Rapoceldone

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la compagnia

COMPAGNIA TEATRALE RAPOCELDONE
(anagramma di Carpenedolo)


Kissà come si scrive "chei del mont de la tor",
si perché il dialetto bresciano non è tanto facile né da scrivere, né da leggere. Comunque, d'ora in poi sarà un altro nome a tenere banco a Carpenedolo per quanto riguarda la compagnia dialettale.
E cioè RAPOCELDONE
!!
Cambia il nome, cambiano le persone, sicuramente l'intenzione sarà la stessa: divertirsi, e di conseguenza, divertire, mantenendo il senso di appartenenza ke solo il dialetto, quasi come un marchio, riesce, se pur con fatica a trasmetterci. Ma il nuovo ci attanaglia e ci attira inesorabile nel cambiamento. Solo le "e" invertite sembrano guardare indietro: non preoccupatevi letterine!! Torre o campanile, lo spirito è lo stesso. (Il regista Severino Boschetti ha seguito i corsi triennali dell'Associazione Culturale "Il Nodo" - La Scuola dell'Attore e partecipa come attore in molti spettacoli portati in scena nel nord Italia, tra cui "La Cena dei Cretini" di Francis Veber, "Il Tacchino" di Georges Feydeau, "Il Bugiardo" di Goldoni ecc.)

Il dialetto bresciano (el dialèt bresà)

La maggior parte del lessico del bresciano ha origini latine, esattamente come nella lingua italiana: infatti i dialetti del lombardo sono nati dal latino volgare parlato in quei territori abitati al tempo della colonizzazione romana da popolazioni di stirpi varie. Il territorio bresciano in particolare fu sede dei Galli Cenomani che si insediarono a loro volta sovrapponendosi alle popolazioni preesistenti, probabilmente di stirpe affine ai Liguri ed agli Euganei nelle valli e da genti di origine etrusca nelle pianure. Più tardi il territorio bresciano fu invaso dai Longobardi, popolazione germanica originaria della Germania nord orientale, che hanno lasciato numerose tracce nel lessico.
Nell'evoluzione successiva, il bresciano ha accolto termini provenienti da altre lingue, quali principalmente l'italiano che è ormai conosciuto e parlato dalla totalità della popolazione bresciana e dal quale provengono quasi tutti i neologismi, ma anche il francese (esempio: söför da chauffeur conduttore di vettura), l'inglese (esempio: fóbal da football pallone da calcio, gioco del calcio; camanà o scamanà da come on scappare vìa, cacciare vìa; compiùter, ecc.). Il dialetto bresciano, come gran parte dei dialetti italiani e delle lingue minoritarie regionali italiane, fino a cinquant'anni fa era il linguaggio di ogni giorno e conosciuto da tutti nella provincia di Brescia, poiché poche persone conoscevano un italiano corretto. In particolar modo in provincia (dove fino agli anni sessanta il 70% dell'economia girava attorno all'agricoltura e allevamento) il bresciano era l'unico idioma conosciuto. Oggi, seppure permanga in larga misura, accanto ad un'ampia conoscenza dell'italiano, ha perso quella vasta varietà di vocaboli, chiaramente diversi dall'italiano, che soprattutto in ambito agricolo rendevano classificabile ogni singolo utensile. È possibile sentire vocaboli ormai desueti, in particolare relativi all'ambito agricolo, solo da persone di età avanzata. Tra le generazioni più giovani è in uso un dialetto fortemente contaminato dall'italiano.
La distribuzione del bresciano, è con buona approssimazione assimilabile con i confini provinciali. Poiché la provincia di Brescia è una provincia molto estesa, anche le varietà dialettali sono numerose e risentono delle influenze degli idiomi parlati nelle province confinanti. Nella zona occidentale si risente molto del confinante ed affine dialetto bergamasco. Nelle parlate della "bassa" (territorio pianeggiante a sud della città) è possibile riconoscere l'influsso del cremonese e del mantovano, sebbene siano proprio le parlate dell'alto cremonese e dell'alto mantovano ad essere influenzate dal dialetto bresciano.


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